Monday, April 21, 2014

CUBA 2014 - IL VIAGGIO

I APOLOGIZE, THIS POST IS IN ITALIAN :o)

Sono passati esattamente 18 giorni dal mio rientro da CUBA e pensare a questo paese mi regala ancora un enorme sorriso. Non è stato il viaggio più emozionante che abbia fatto, né il più stancante, né il più lungo. Questo viaggio è stato semplicemente ciò che mi ci voleva in questo preciso momento della mia vita: un antidoto al caos degli ultimi mesi, e gli sarò sempre grata per avermi ridato nuova energia, fiducia, e una voglia matta di ripartire - non che quella fosse mai venuta meno :o) Quello a CUBA è stato anche il viaggio dell'ultimo minuto, organizzato con un'amica che non vedevo da tempo - e che in realtà non conoscevo neanche tanto bene - nella maniera più inaspettata. Forse sono proprio le cose che ci capitano all'improvviso, quelle non programmate, che si rivelano essere le migliori. C'è anche da dire che l'accoppiata napoletana-palermitana non poteva che funzionare! Per la prima volta sono partita senza avere neanche la guida del paese che avrei visitato, quasi un sacrilegio per una devota all'organizzazione come me. Avevamo comunque uno pseudo-itinerario - che alla fine non è stato seguito proprio alla lettera - e un posto dove stare in quasi tutti i posti che avremmo visitato. Gli avvenimenti degli ultimi mesi mi hanno insegnato che pianificare e cercare di programmare il futuro a lungo termine è una cosa che non sempre ci riesce, anzi direi raramente. E forse il bello della vita è proprio questo: non sapere che cosa ci riservi il domani. E allora perché sprecare tante energie? Sono sempre stata convinta che nella vita tutto si aggiusti e che avere un'attitudine positiva non faccia altro che portare altra felicità non solo alle nostre vite ma soprattutto in quelle delle persone che ci circondano. Se c'è una cosa di cui sono sicura questa è la mia positività ed il mio amore incondizionato per la vita, sempre e comunque. Mi sento una privilegiata perché io sono felice! Per essere ancora più felice però, ciò di cui avevo bisogno esattamente un mese fa era di lasciare il Belgio - paese nel quale sono trapiantata da quasi 7 anni e che di sicuro non è fra i più allegri al mondo- e partire verso un paese caldo, dove il sole mi avrebbe baciata e le onde del mare dolcemente accarezzata. CUBA è stato molto di più. Tornando in Europa e parlando con le persone, mi sono resa conto che di CUBA in realtà si sa ben poco. Come poco ne sapevo io prima di visitarla e prima delle tante chiacchierate con i nostri vari ciceroni locali (questo è un altro motivo per il quale amo parlare tante lingue: il poter comunicare quasi con chiunque. Il sol pensiero di comunicare esclusivamente con gente che venga da mio stesso emisfero o ancor peggio dal mio stesso paese mi fa sentire in gabbia. Amo troppo la diversità per non entrarne a far parte). Dunque, dicevo che di CUBA si sa ben poco. Nell'immaginario collettivo CUBA si identifica con spiagge da sogno, rum, sigari e purtroppo prostituzione (sia femminile che maschile). Non dico che questi stereotipi non siano veri, ma c'è molto di più. Quest'isola meravigliosa gettata nel mezzo dei Caraibi vive nell'isolamento più totale. Isolamento voluto dal regime vigente e rinforzato dall'embargo commerciale (el bloqueo) imposto dagli Stati Uniti d'America al domani della rivoluzione. A CUBA quasi non esiste internet, cosa impensabile per la maggior parte della popolazione mondiale. Per avere accesso ad una connessione super lenta, ci si deve trovare in uno dei grandi alberghi e pagare 10 CUC all'ora (equivalente di 10 DOLLARI). Ovviamente date le connessioni lentissime, l'ora passa quasi interamente cercando di caricare a stento un paio di pagine! Oltre ad internet, non esistono né giornali né quotidiani né tanto meno edicole - la comunicazione interna è gestita totalmente dal regime e quella con l'esterno è inesistente. Addirittura, cubani e cubane dovrebbero evitare di avere troppi contatti con i turisti - cosa che in realtà non fa quasi nessuno, data la cordialità e la simpatia di questo popolo. Il regime infatti, cerca di convincere i cubani che lo stato in cui si trova CUBA attualmente sia idilliaco, lontano dal capitalismo che ha messo in ginocchio il resto del mondo e che continua a mietere vittime. Il rischio che i cubani scoprano che le cose non stanno proprio così diventa più alto se questi iniziano a comunicare con stranieri, ed è per questo che anche la polizia è addestrata a controllare che ciò avvenga il meno possibile. Addirittura i proprietari delle tipiche casas particulares rischiano di perdere la licenza se i loro ospiti si accompagnano con gente del posto. Altra cosa sconcertante, ai cubani non è permesso lasciare l'isola. O meglio, solo a determinate condizioni: se si ha un lavoro stabile, o qualsiasi tipo di proprietà che indurrebbe la persona a ritornare, c'è possibilità che venga concesso un visto turistico. Altrimenti, se lo possono scordare! E questo va avanti dal 1961! Da premettere che i biglietti aerei sono comunque troppo costosi rispetto agli stipendi medi che i cubani percepiscono, ed anche questo funge da deterrente a lasciare l'isola. Una maestra ci ha raccontato di guadagnare 10 CUC al mese, lavorando tutti i giorni 8 ore ed alzandosi alle 5 del mattino per prendere l'unico autobus disponibile per raggiungere la scuola dove insegna - aspettando poi lì quasi 2 ore prima di iniziare la lezione. E lei mi diceva "io sto formando i giovani di domani, il futuro di questo paese, penso che il mio lavoro sia fondamentale e guarda quanto poco mi pagano...". Fortuna che suo marito fa il tassista e che i turisti contribuiscono al bilancio familiare! Una delle prime cose che ci è stata detta da vari cubani che abbiamo conosciuto è stata "nosotros no tenemos libertad". Cosa ci può essere di più doloroso, io non riesco a immaginarlo. A CUBA conviene andare con tanti contanti in saccoccia, non perché l'isola sia estremamente cara, ma perché la maggior parte delle carte di credito non funziona! Purtroppo noi l'abbiamo scoperto solo una volta arrivate lì! Ecco, questo è uno di quei casi in cui informarsi sul luogo in cui si va prima di partire sarebbe tornato utile. Le uniche carte accettate sono quelle locali e la VISA - che può essere usata anche nei vari bancomat (non molti, a dire il vero). L'importante è che non sia emessa da una banca americana. Anche la MASTERCARD funziona, ma questa solo nelle banche o nella CADECA (ufficio di cambio) dove vengono applicate commissioni altissime per il rilascio di contanti e dove indovinate un po...la connessione al terminal non sempre funziona! Il budget management è stata un'altra cosa che ha reso la nostra vacanza sicuramente più avventurosa! A CUBA i mezzi di trasporto per i locali sono quasi inesistenti - dato anche il costo altissimo della benzina - e praticamente a quasi tutte le ore si vedono orde di persone che, sugli stradoni a ridosso delle principali città, attendono di ricevere un passaggio da qualcuno di buona volontà. Il governo ha addirittura preposto degli agenti che si occupano di bloccare i veicoli con posti vacanti per far sì che la gente possa essere smaltita. Le persone a volte aspettano ore sotto il sole cocente e su strade comunque pericolose prima che qualcuno si decida a dargli un passaggio (come si può capire, a CUBA gli autostoppisti non hanno difficoltà :o) L'attività dell'aspettare pazientemente un passaggio termina al calar della notte, dato che non esiste quasi illuminazione al di fuori delle città. Viaggiare di notte a CUBA è quindi sconsigliabile (a noi è capitato e le uniche luci che illuminavano la specie di superstrada sulla quale viaggiavamo erano quelle mezze rotte del taxi che ci portava indietro verso Trinidad). Dato l'embargo commerciale, a CUBA non arriva quasi nulla. Prima di ripartire, abbiamo lasciato ad alcune persone creme, medicinali, shampoo, smalto, dentifricio, deodorante ecc...Da dire che anche offrire cibo e bevande è qualcosa di molto apprezzato dalla popolazione locale. Questo è il livello di indigenza in cui versa la maggior parte dei cubani, grazie FIDEL

No comments:

Post a Comment